Sì, sono contenta, ma temo che ci sia un problema oscurato dall'euforia generale. Che Berlusconi
prima o poi sarebbe finito lo si sapeva - senonaltro per questioni biologiche. Quello che speravo era che se ne
andasse preso a calci dalla democrazia, per così dire. Invece se ora possiamo
stappare le bottiglie di champagne davanti al Quirinale è “grazie” alla stessa
entità informe che il 15 ottobre ce le ha fatte rompere: il mercato. La vera
sfiducia è stata votata a Piazza Affari. Altro che Piazza San Giovanni.
Tutto ciò è deprimente. La gente invece si rallegra perché, del tutto accidentalmente, le cose sono andate per il verso che sperava. Non vede la realtà: non vede che, comunque, abbiamo assistito a dinamiche tra poteri forti nelle quali la gente non conta nulla. Quanto sta accadendo è il trionfo del fatalismo. Un colpo di fortuna (eh, si vedrà: tutto ciò che ha reso possibile Berlusconi non se n'è mica andato con lui), solo questo poteva levarcelo di torno? Se l'entourage avesse avuto garantiti poltrone e favori a oltranza, e non lo avesse "tradito"? Ricordiamocelo, pensiamoci, che le dimissioni non sono arrivate per il magico riaffiorare della democrazia, ma per qualcosa che ha molto a che fare con il suo opposto.
Ciao, è la prima volta che commento su questo blog che trovo a dir poco eccezionale, soprattutto per la cura con cui ci scrivi; sono completamente d'accordo con te a dir poco. E' da tempo che lo dico tra i miei conoscenti che si rallegrano di ciò che è accaduto a Berlusconi. Io festeggerò solo il giorno in cui tutti quelli che grazie a lui hanno fatto carriera (lega, an, fascisti vari...) se ne andranno, ma solo se le piazze fatte di persone li manderanno via, non piazza affari.
RispondiEliminaComplimenti per il blog.
Serena
Grazie Serena :)
RispondiEliminaPurtroppo non è fatalismo. C'è una strategia precisa.
RispondiEliminaCiao Denise :)
Ciao aw. Se c'è una strategia, essa non ha certo a che fare con il principio - come dire - di autodeterminazione dei popoli.
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