Appunti di Storia moderna

domenica 5 gennaio 2014

Gli "shmoo" e la lotta di classe

In Class Counts (1997) Erik O. Wright inizia la sua magnifica analisi della divisione in classi negli USA e in alcuni paesi europei con una vignetta degli anni '40 di Al Capp, che getta luce in modo davvero immediato sul concetto di "lotta di classe". 
Abbiamo da un lato la classe operaia e dall'altro la classe capitalista: il tradizionale rapporto tra le due viene messo in crisi, però, dagli shmoo, degli strani esserini che si autoriproducono e che possono trasformarsi in qualsiasi bene necessario per l'esistenza umana.

Se per le prime necessità materiali ci sono gli shmoo, viene a saltare, da un lato, la possibilità per il capitalista di sfruttare l'0peraio; e, dall'altro, la costrizione per l'operaio di sottostare alle condizioni del capitalista. I due capitalisti della vignetta sono molto nervosi, temendo un proliferare incontrollato degli shmoo: nessuno avrà più bisogno del lavoro massacrante nelle nostre fabbriche!, dicono. Il timore è ben fondato: tanto che il loro autista si licenzia seduta stante, con un certo sorrisino soddisfatto. 


Nel seguito della vignetta viene mostrato anche un altro aspetto fondamentale: se gli shmoo provvedono a tutto, saltano anche le pretese patriarcali di "addomesticare", in ogni senso, le donne. Il boss chiama una donna per proporle in modo un po' sborone di cenare insieme, per distrarsi dalla "minaccia degli shmoo", sottolineando il fatto che lei è disoccupata. Lei risponde: ti ho preparato la cena, sì, una bistecca con cui prendere a schiaffi la tua bella facciona...ci sono degli ottimi shmoo stasera! 
"The presence of shmoos is thus a serious threat to both class relations and gender relations. Workers are more difficult to recruit for toilsome labor and no longer have to accept 'guffs' and indignities from their bosses. Women are no longer economically dependent on men and thus do not have to put up with sexist treatment". [E.O. Wright, Class Counts. Comparative Studies in Class AnalysisCambridge University Press 1997, p. 7]
Queste simpatiche strisce di Al Capp mettono a tema proprio la questione del bisogno. Tra il bisogno e il ricatto c'è un legame intrinseco, perché il ricatto è possibile solo dove esiste un bisogno. E il ricatto è in qualche modo un rigirare contro il bisognoso il suo bisogno, pena la perdita della possibilità di soddisfarlo. Il punto è che quando questo bisogno è vitale, il ricatto va a toccare la sopravvivenza stessa del "bisognoso"...presente il vecchio adagio mors tua vita mea? Più o meno.
Insomma, con gli shmoo si toglie al ricattatore il terreno stesso per la ricattabilità, avendo il potere (che è sempre, in qualche modo, potere di ricattare) a che fare in primo luogo con la questione della distribuzione dei mezzi. Il famoso "coltello dalla parte del manico". Il fatto che una parte della società - la classe dominante - può essere dominante in virtù del fatto che l'altra parte è sfruttata. Se viene tolto il presupposto che rende possibile questa divisione - il bisogno, appunto - viene a saltare, più o meno, l'intero meccanismo.

(Come vago e parziale paragone, a me è venuto in mente il reddito minimo - che ha poco a che fare con l'assistenzialismo, e molto a che fare con l'aumento del potere contrattuale della forzalavoro. Al proposito segnalo questo interessante articolo).


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