Appunti di Storia moderna

sabato 21 maggio 2016

Sei cose impossibili

Intendo la mancanza di fantasia nell'accezione più ampia, come disposizione dell'animo piuttosto che come effettiva capacità della mente. Sono infatti convinta che la fantasia sia una qualità morale prima che una capacità cognitiva. Non è saper immaginare bellissime fiabe, è come dire, riuscire ad aprire delle porte nella vita di ogni giorno. 
La fantasia afferisce alla sfera del possibile e dell'impossibile, a una dimensione che ontologicamente potremmo associare al non luogo (proprio come l'u-topia). Riguarda in ogni caso ciò che non esiste, per tale ragione, se la intendiamo come qualità morale, dobbiamo considerarla come disposizione a non accontentarsi di quel che è: la fantasia è intrinsecamente ribelle. La fantasia è in questo senso una figura della libertà. La fantasia dice: chi l'ha detto che questo è quanto. No! Ci aggiungo dell'altro. Si rifiuta di sottostare alla realtà come prescrizione che dice, è tutto qui. 
E ha una sfumatura di dominanza. Si prende uno spazio, si arroga tutta una regione illegittima (certo non ha titolo di esistenza), è una sottile forma psicologica di espansionismo territoriale. 

Certo può essere anche vigliacca, ma mi fa talmente simpatia che non me ne importa. 

Le mie fonti sono autorevoli.
Alice rise: "E' inutile che ci provi", disse; "non si può credere a una cosa impossibile."
"Oserei dire che non ti sei allenata molto", ribatté la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione."  
(Lewis Carroll, Attraverso lo specchio)
La colgo sempre segretamente, con una specie di intimo dolore, questa feroce e impunita tendenza all'ovvio nelle persone. I tutori dell'ovvio, cioè gli esponenti delle istituzioni preposte al mantenimento della grigiosità della vita, stanno sempre attenti a che tutto si attenga all'esistente in quanto norma. Il mezzo con cui, in modo efficiente, perseguono il grigio obiettivo, è quello della delegittimazione, vera e propria arma di distruzione di massa dei possibili e degli impossibili. Dove con impossibile intendo: un possibile troppo delegittimato. (Fra il possibile e l'impossibile, spesso, la linea divisoria è costituita dalla de-legittimazione: se le persone credono che x sia impossibile, certo lo sarà). 

Si narra che a due signore impellicciate che ebbero a criticare un suo spettacolo, Carmelo Bene rispose qualcosa del tipo: non capite un cazzo di teatro perché a letto non sapete godere!
Ebbene, per associazione: la mancanza di fantasia è una forma di frigidità interiore, di chi ha capito poco della giocosità di questo gioco che è la vita. 

Forse la mancanza di fantasia è un altro nome per dire mediocrità. Mediocre, per me, non si oppone a eccellente, ma a fantasioso. 
E' fastidiosa almeno quanto la fantasia farlocca, cioè quell'originalità ostentata miseramente dipendente dal giudizio altrui, cioè voglio dire l'originalità come gergo

Guardiamoci da fuori. Siamo noiosi.  

Contro l'ovvio dei popoli, alleniamoci a sei cose impossibili al giorno. Facessi la maestra, sostituirei il nobile e gagliardo esercizio dell'impossibile alla ligia preghierina del mattino. Per questo ascolto sempre con massimo interesse e solenne attenzione le minuziose descrizioni di mio figlio circa mondi, personaggi e progetti che non esisteranno mai. La mia ingenua convinzione pedagogica è che l'impossibile è una cosa seria e che questo dev'essere chiaro sin dall'inizio. 

La fantasia è audace. La fantasia è il mio anacronismo preferito: non solo è fuori luogo, è anche fuori tempo. Cosa c'è di più inattuale di una cosa che non esiste? 

Per continuare a scomodare Carmelo Bene - la sua casa è l'o-sceno, al fuori dalla scena, che è in definitiva la parte più interessante della scena...

2 commenti:

  1. la prima associazione che ho fatto: http://youtu.be/kWDCDADXIqE

    nella versione ufficiale dice "signora libertà, signorina fantasia"

    allenarsi all'impossibile... mi piace! come dire: mai dare tutto per scontato. perché ti rende (mentalmente) cieco.

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    Risposte
    1. Non sapevo della presenza di più versioni, ricordavo solo la versione "fantasia"! Canzone memorabile.

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