Appunti di Storia moderna

domenica 19 aprile 2009

Di facebook e altri demoni

Ovvero: dell'illusione di essere i protagonisti.

Lo sappiamo già che è il grande fratello de noantri. "Stamattina ho male al molare destro", "vado a fare shopping", "odio il sushi". Per carità, informazioni degne del massimo rispetto. Ma è il tempio dell'inazione: ognuno afferma se stesso, senza alcun obiettivo che non sia quello di vomitarsi un pò addosso.
E' perfino possibile esprimere emozioni attraverso una formula prestabilita, quel "mi piace" senza ulteriori sfumature e specificazioni. Clic. Peccato che manchi l'opzione "mi disgusta" o "interessante, ma bisogna considerarlo sotto un altro punto di vista", no, per le sfumature bisogna che agisca tu, eh che ci vuoi fare. Dai, scrivi.
Sono sicura che prima o poi aggiungeranno l'opzione "abbraccialo", "dagli una pacca sulla spalla", "bacialo appassionatamente", "rimproveralo accigliato", "compiacitene con entusiasmo", "mi stai sul cazzo": ma forse sono troppo ottimista.

Magari dici la tua. Ma non dimenticare che leggeranno quello che hai scritto a Gianfranco Salumotti altre 300 persone, sì, gli amici degli amici: quelle entità informi che si aggirano come spauracchi nel monitor ("aggiungi ai tuoi amici Gioacchina De Benedettis", e la sua faccia è lì, trionfante, con gli occhiali da sole mentre scruta un improbabile orizzonte). Ne consegue che stare su facebook è come urlare in mezzo alla folla un non ulteriormente specificato "MI PIACE!" mentre tutti si voltano a guardarti. Le uniche modulazioni del volume previste sono due: l'urlo o il silenzio. Quest'ultima è la meno auspicabile: che fai, non ci metti pure tu, la tua faccia? Perché questo è il senso nascosto del, come i webbisti amano feticisticamente dire, quasi con aria snob, nuovo social network: "mettici anche tu, la tua faccia".

(Che poi, ho sempre provato una sensazione strana di fronte a questa parola, faccia. Sembra quasi un insulto. Che so, volto sarebbe un tantino più delicato).

Tuttavia, pare che gli ideatori si siano per tempo accorti che un sito basato interamente sulla metafora della pseudodalliana Piazza-Grande (che è in definitiva la trasposizione virtuale del marcuzziano GiEffe), dove gli interlocutori si scambiano urla brutali in mezzo a una folla informe, sarebbe durato poco. E allora giù con altre ideucce innovative.
Tra tutte, spicca il fatidico diventa fan. Essì, è la più alta azione concessa: proclamarsi fan di qualcuno o qualcos'altro, in genere miti televisivi (mai letto, che so, "diventa anche tu fan di Verga"), o di azioni quotidiane di infima importanza (es. "diventa fan di mangiare la nutella") o di altri social networks ("diventa fan di Invisibile di msn"), in un'autoreferenzialità senza pari nella storia umana.
Ma ci sono pure i giochetti, eh. Appaiono le facce (pardon: faces) dei tuoi fatidici amici, ed è così amazing! Non lo so, a me fa ridere vedere sbucare le facce dei miei amici così all'improvviso, tipo la faccia ammiccante di Pincopalla che estasiata sfoggia uno sfondo di palme, mentre mi spremo le meningi per trovare il quattordicesimo anagramma di "amaca".

Ogni volta che ci entro, le stesse oprazioncine pronte per essere eseguite, dando forma all'ennesimo tran-tran della giornata.
Regna la ripetizione dell'uguale. No, qualcosa di molto meno poetico del nietzscheano eterno ritorno.

Vabè, ma a me i giochetti al computer vengono a noia. E ora che faccio?

Posso mandare un regalo a Giuliano Pasticcetti, o anche solo offrirgli un caffè, senza spendere soldi e senza neanche assaporarlo, quel caffè, in una simulazione del reale che dà ben poco da godere ai sensi. Puoi fare tutto comodamente da fermo e in poltrona: parlare, ascoltare, leggere, bere un caffè, scartare un regalo, in una parola esistere, stando in solitudine e allo stesso tempo dandoti l'illusione di vivere una vita sociale. Immoblismo. Attivtà psicofisica ridotta al minimo in-essenziale (stand-by, direbbero i webbisti). I lombrichi sono più attivi, oh, quelli almeno strisciano.

Ma ci sono i gruppi! Quasi quasi mi iscrivo a "Quelli che...si grattano l'orecchio sinistro".Nascono come forum, finiscono come cimiteri, con tutti i nomi delle buonanime in ordine alfabetico, o come le lunghe liste con cui i funzionari del comune (sez. Anagrafe) hanno a che fare ogni giorno. (Mi si perdoni la similitudine a tinte fosche). Sfido io, a conversare per ore il 2954 persone sul fatto di grattarsi l'orecchio: proprio come nei talk show.
Ma ci sono i test! "Scopri che canzone del momento sei", "chi ti porteresti a letto: Brad Pitt o George?", "scopri in percentuale quanto sei femminile", "sei veramente intelligente?" in particolare quest'ultimo quiz pieno di errori grammaticali e dubbia sintassi.
E se hai solo 5 amici?. Solo un aggettivo può restituirti il senso di ciò: sfigato. E' chiaro, è un social network, non un a-social network. Guarda Tizia Tizzetti ne ha 135, che culo... E' Facebook, oppure: quando la matematica subentra all'amicizia.
Mmm, uff. Ma ci sono le foto! "Anvedi quant'era sbronzo qua er caciotta!" , "siete bellissimi, veramente", "maddai, chessei stata alle Maldive?" et similia.

Ok, ho visto le foto di tutti i miei amici. Le ho commentate tutte, tutte. Ora che faccio?
Oddio: che faccio? Eccola che arriva: la noia.
E si percepisce, l'ansia smodata degli ideatori di in-trattenerti.
Eppure, sai di non esserti divertito neanche per un secondo, sai di non aver effettivamente fatto nulla, almeno nel senso tradizionale della parola fare*. L'immaterialità dell'oggetto con cui ti rapporti, poi, inasprisce questa vaga ma non troppo sensazione di nulla.


*compiere, operare, creare, produrre; eseguire; fabbricare, edificare; preparare, eleggere, nominare, raccogliere, mettere insieme, esercitare un'arte, una professione, un mestiere; praticare, essere utile, conveniente, [detto del tempo] compiersi, essere.

9 commenti:

  1. 2 parole: semplicemente fantastico.

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  2. NON sono iscritta a fb! Sorry ;)

    Fiordaliso

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  3. mi R I F I U T O di iscrivermi a facebook.
    quando dico che ho un blog mi guardano tutti malissimo e mi dicono: "ma noooooo!!! devi iscriverti a facebook se no non ti caga nessuno!!!!!!!!!!"
    sinceramente non ho nemmeno capito bene come funziona, so solo che sul treno al mattino le persone parlano solo di quello. come dicevi, scusa? che noia??? sì, che noia, infinita noia.

    bel post, denise.
    ciao, paola

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  4. Ahaha! Dobbiamo assolutamente diventare amici su FB! ;)

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  5. ottima denise!!!

    Basta pensare che fb lo usi per comunicare, organizzarti con altri, promuovere un evento, ricordare bei momenti con soggetti che non vedi da vite intere o per "fannullonare" in ufficio (uso decisamente costruttivo), per tutto il resto c'è la vita reale :) e te lo dice uno che ti cercherà su fb se ci sei, così odierai i miei amici e gli amici degli amici e, ovviamente, anche me ehehe

    A proposito di fuffa sparata a mitraglietta ti consiglio di iscriverti a Twitter, dove non ci sono i "mi piace" ma si sparano certe fregnacce che la metà bastano. Certo, stando sempre attenti a non seguire chi ne fa un'uso costruttivo...

    (A)lessio

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  6. :))
    Io mi sono iscritta per cercare una persona, l'ho trovata, e ora lì c'è la mia pseudo faccia (eh, sono di quelli che invece della faccia ci mettono la foto del cane o del gatto) che squallidamente contempla i suoi miseri cinque amici.
    Ma non riesce a impietosirmi. Per il momento, resta tristemente lì ;-))

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  7. Il classico snobismo di "sinistra" che sotto sotto nasconde un disprezzo condiscendente e paternalista per la plebe e le sue mode, disprezzo tipicamente di destra.
    Rilàssati, che alla fine è tutto un gioco, dài. E cerca di vedere il lato positivo delle cose, anche quando sono di moda & di massa.

    f.to
    Anonimo Vigliacco

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  8. Per il lato positivo delle cose di moda & di massa c'è già la pubblicità e le persone come te, che nel loro "eddài, non rompere" si rivelano le migliori complici di un sistema che, in effetti, si presenta a tutti come un gioco.

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  9. Aggiungo che lo scopo del post era ben altro che lo sterile disprezzo. D'altronde le facili dicotomie (destra/sinistra e connesse rappresentazioni) che costringono il pensiero sono la più irresistibile tentazione per un'altra moda di cui ti fai portavoce: lo snobismo populista.

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