Appunti di Storia moderna

mercoledì 12 settembre 2012

Miss Italia: sessismo da sagra di paese

Scritto per Femminismo a Sud:
Dice che hanno fatto il flash mob contro il “modello unico di donna” promosso da Miss Italia. Ok, ottimo, ma troppo morbido.
Il punto è che miss italia è un evento profondamente demenziale, di una demenzialità tutta italiota e ovviamente – neanche tanto ovvio però, dato che va in onda indisturbata da infiniti decenni – sessista. Come altro può essere definito, infatti, uno sbrilluccichio di ragazze da marito (!) nella tv di stato che entra con malcelata prepotenza nelle case di milioni di italiani medi, col sorriso da gattine innocenti e, attenzione, braveragazze. Quella-della-porta-accanto, la ragazza “normale”, tutta acqua e sapone è il modello prescritto: va da sé, di un’acqua e sapone irrimediabilmente artificiosi, proprio in quanto prescritti. Fra i tanti insegnamenti che se ne possono trarre, spicca per insistenza quello del conformismo come modello morale edificante.
Questa celebrazione spettacolare della normalità ha il sapore di monito normativo alla popolazione femminile italiana: il modello di femmina che noi applaudiamo è questo eh, sappilo diciottenne! Certo, vige la libertà di scelta del proprio destino, ecc. ecc., però ecco, sappi che noi applaudiamo questo! Eheh! Ciao eh!
Le Giovani Italiane (non riesco a liberarmi da questa associazione con l’immagine fascista: come mai?) di una perfezione che rasenta l’impersonale, marciano insieme con la stessa uniforme a mò di Milizia delle Brave Ragazze™, accattivandosi il pubblico con sguardi e sorrisi ruffiani, forzati, che hanno sempre qualcosa di buonista e una sorta di ostentata ingenuità, che piace tanto alle famiglie. L’aura di approvazione familistica che indefessamente trasuda da ogni attimo della trasmissione rende infatti il tutto più arrogantemente conciliante.
E il sorriso pseudomaterno di Mirigliani, che compiaciuta e piena di buoni sentimenti applaude con addosso collane in oro massiccio, e fa finta di crederci anche lei che tutto ciò abbia un senso.
“Sono tutte belle”! Clap clap. Pace nel mondo e ragazza della porta accanto sono le novità sempre uguali di ogni anno. Le celebrazioni del passato glorioso di Sofia Loren non possono mancare, per dare un senso almeno retrospettivo alla cosa. La malcapitata dice con la voce tremula “studio giurisprudenza”, e lì scroscianti applausi: brava! Sei bella e studi! Ohhhhh!!!! Ricordiamo anche le dichiarazioni della miss uscente, che avrebbe pianto dopo un anno fantastico con lo scettro di diamanti. Poi, le deluse con la lacrimuccia perché espulse e i balletti in stile scuola media: le ragazze sanno anche muovere le braccia e le gambe! Ohhhhh!!! Si perché le principessine, orgoglio di papà e mammà, sanno camminare, emettere suoni fonetici, in una parola: esistere. Ohhhh!!!
Quindi quell’aberrazione morale che è il televoto, che ometto di commentare perché mi si paralizzano le sinapsi solo a pensarci.
Come dimenticare poi le promozioni sulle virtù di Salsomaggiore Terme che dànno un sapore tutto anziano alla cosa, da pro loco e sagra di paese. Il tutto in un quadro ridondante di test selettivi e burocrazia della bellezza prestampata, con le immancabili prove idiote: “qual è il tuo piatto preferito? Cosa faresti se il tuo ragazzo ti tradisse? Perché le donne vanno in bagno in due?”, in un’atmosfera confortante, familiare, da sospiro della sera, da compiacimento nazionale, da patriottismo dell’ultim’ora, da approvazione a prescindere, ché a Miss italia siamo a casa nostra, come con Barilla.
Dice anche che hanno fatto le domande da facebook alle miss. Tralasciamo l’imbarazzante vuoto concettuale di domande e risposte; ora, io ne ho una da fare a tutte, tutte, senza pietà. Davvero vi piace camminare in uniforme?
Non ce l’ho con queste ragazze (ok, un po’ sì, ma perché in generale malsopporto l’inconsapevolezza e l’acritica adesione a modelli), ce l’ho piuttosto con tutto ciò che ne ha reso possibile lo smistamento, la selezione per taglie, l’arruolamento nell’esercito delle braveragazze che battono le ciglia in uniforme, l’ostentazione coatta dei buoni sentimenti, la premiazione finale per non meglio specificati meriti (l’unico merito è: brava, sei come ti vogliamo!!!! Clap clap clap). E, soprattutto, con tutto ciò che ne rende possibile la desiderabilità.
Infine, l’incapacità delle persone coinvolte di esprimere concetti dotati di senso, che esulino anche solo per un secondo dall’autoreferenzialità. Ma vanno comprese: si tratta di una difficoltà oggettiva, perché il livello cognitivo del programma è zero e non lascia margini di creatività.
Come chiamarla se non idiozia di Stato, per giunta pagata di tasca nostra e generatrice di nefasti modelli culturali, inculcata nel quadro della rassicurante italianità media. Questa propaganda del modello di femmina applaudito dagli italiani, questo paternalismo che ostenta leggerezza, che si dà arie di normalità, direi proprio che si arroga la normalità e la prescrive ruffianamente al target italiota, gode di legittimazione indiscussa da decenni, bisognerebbe perciò criticarla più spesso e con più insistenza.

2 commenti:

  1. Concordo su tutto.
    Solo un appunto da fare: la mostra canina, pardon, la competizione si è svolta a Montecatini Terme, non a Salsomaggiore. Fonte: vivo a Parma, e delle lamentele degli esercenti/ristoratori/albergatori salsesi che su miss italia hanno campato per anni non ne posso più.

    Valentina.

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  2. Solidarietà, Valentina, solidarietà. Beh, naturalmente non lo sapevo. Perché non abito a Parma e non guardo la "kermesse" da almeno 7 anni, quando vivevo coi miei che tenevano rai 1 sempre acceso, quindi ho scritto il post sull'onda dei ricordi.
    Forza e coraggio.

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