Appunti di Storia moderna

martedì 14 gennaio 2014

Con la notte da superare. Alcune poesie di Rodolfo Chirico


Alcune poesie tratte dal volume Con la notte da superare, di Rodolfo Chirico.

1. 
Disperatissima arma

Gioca bambino
gioca fiducioso dentro la vita.

Gioca all'ideale
gioca al sociale:

gioca come vuoi giocare
ma gioca.

Disperatissima arma è il tuo giocare.


2.
La lampada di Aladino fu la fiaba
 
La lampada di Aladino fu la fiaba:

ma ora non si trovava più un bambino
che la strofinasse...

3.
Silenzio affamato

Avevo calda la cosa ai piedi
e cresceva o stava ferma
indifferentemente...

Solo io e poche briciole di forza
per mantenere l'aria;

solo io e tanto silenzio affamato.


4.
Belletti-moda di scrittura

[...]
In mancanza del metro
abbiamo bisogno di misurarci
anche con la sabbia.

5.
La bacchetta del Mago

[...]
Il miracolo di non capire niente
restando contento...
[...]


6.
La fatica dell'esorcista

La notte è sempre quell'appuntamento antico
dinnanzi al quale anche il tuo razionale
per un attimo trasale.

[...]

La notte...oh, notte usuraia
per quel vagito d'alba-cambiale
firmata in bianco nell'attesa...

7. 
E' un attimo, amore,
a decidere l'esistere:
ci sei o non ci sei...

Il resto è letteratura.

8.
E' necessario fermarsi

E' necessario fermarsi ogni tanto
e prendersi la responsabilità
d'andare da qualche parte
[...]

9.
Per la festa del domani

[...] Che fatica - amore mio - la giornata!

Non mi hanno lasciato un solo istante libero
per dirti: ti amo.

10.
Che stronzata la vita!

Oltre questo scoperto mattino
(che la lontananza rende perfino lieto
perché lontano)
tutta la vita è stata un "se" e un "ma"

e mille altri "se"
e mille altri "ma"
e condizionali pittori di visi
e quasi sempre imperativi
e angosciosi silenzi
e giri vani d'incertezza...

Che stronzata la vita!

11.Il luogo comune per eccellenza

E tutti a combattere
(quasi sempre a parole)
il luogo comune
e la ripetitività dell'ora;

ma l'unica a sghignazzare
di questo antico rosario
è proprio la vita
il luogo comune per eccellenza.

12.
Perché debbo capire tutto questo?

E ritrovi sempre sconosciuto
quel te che presenti agli altri:

"Buon giorno, come sta?" di qua
"Buona notte, carissima" di là
"Piacere, signora, come va?"
"Io bene, e lei?". "Così e cosà".

Eccetera eccetera: va come va.

[...] 
mendicanti d'un po' di simpatia
accattoni d'un po' di consistenza.

Ma il liquido scorre
indifferente perviene ad altre scene
senza dolore o pianto
senza interesse alcuno:

si va
e ci si sente andare
sempre altrove...

E ora fissi un sorriso
ora afferri un sapore
ora un sentimento di nome amore:
così, con la disperazione crudele
di ascendere una montagna di specchi.

[...]

Ma via via già si scioglie a fiume
mentre l'occhio vacillante segue
quell'osare inconcludente
questa liquida canzone:

ma perché - chiedi al battito del cuore -
io debbo capire tutto questo?

13.
E intanto succede la messa in scena

Un gruppo di artisti
cerca una qualunque storia
per creare...

Ma che crea?

Niente crea perché sente l'impossibilità
di creare qualunque cosa...
.............................
... e intanto succede la messa in scena
che si crea da sé
sull'impossibilità di creare qualcosa... 

14.
Lucidamente demenziale

E poi che s'avvertì ammalato
il medico oracolò una morte vicina.

Era giovane ancora l'uomo
e quella chiusura da raptus di sipario
gli suonava idiota sentenza d'un buffone.

E gli amici stavano in sospesa inquietudine
spiando il poco originale evento:
si masticava il silenzio delle ore
e l'arsura della bocca
che non ha più parole.

Ma l'uomo precipitò in una cieca controffensiva
e incominciò a cantare
e attaccò a ballare
e sorrideva clown a tutte le cose
e abbracciava nudo l'aria del mattino
e masticava libertà di mare
drogandosi di cruda salsedine
e poi a cantare urlando
e poi urlava cantando
le strade a caso scompigliando
e il silenzio-rito della strega nera
e lo stagno e tutte le stagnanti cellule
putride e fiacche
pronte 
ad ingrassare la polvere megera.

Smarrito seguiva il coro
le due titaniche follie:
la morte con le fauci aperte
e l'uomo che si rifiutava di morire.

E il tam tam della vita
riprese a frustare a sangue
correndo e lottando
frustando e correndo
con tutti i corpi tesi
con tutta l'energia in movimento
fino alla fine
fino alla possibile fine
anelando...

Trascorsero molti anni
e molti ancora da quell'inizio di duello:

e ancora si combatte
ancora si morde a strappi la vita
tra crescere e scemare di sole
in un gioco crudele
lucidamente demenziale
forse di vita fantasma
forse di teatro reale.

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