Appunti di Storia moderna

martedì 29 dicembre 2009

Al teatro

Ho visto un Amleto di marmo, una marionetta senza anima e senza parola.
Un Amleto che, funambolo fallito, è precipitato troppo presto nel burrone del cliché. La forza archetipica si è disgregata nelle forme del suo deterioramento nello stereotipo di superficie.
L'incontro, infatti, era semplice celebrazione di questo deterioramento, diventata evidentemente prassi teatrale.
Negli occhi di quell'Amleto - benianamente -"re-citato" ho visto l'arroganza futile di chi crede che Amleto non abbia nulla di vero da dire, la rappresentazione re-citata della ripetizione, la performance esteriore dell'attore istituzionale. Nessuno ha percepito intensità e partecipazione, ma solo riproduzione meccanica di un classico ormai consumato, che merita la stessa rappresentazione che darebbe un bambino delle poesie di Carducci mandate a memoria per Natale.

La potenza archetipica di un personaggio così sconvolgente fa presto a indurirsi in semplice schema di routine della rappresentazione, quando testi, sottotesti e rappresentazioni proprie non attecchiscono troppo a fondo, cioè veramente. E si vede - impossibile sfuggire a questo - si vede chiaramente quando il personaggio è bugiardo, e tutto si trasforma in una lampante presa in giro. Ho ancora nelle orecchie l'urlato non ci credo di uno Stanislavskij immerso stancamente nel buio delle ultime poltrone. Ma non si tratta, credo, di pura tecnica teatrale: forse qui è in gioco il senso stesso del fare teatro.
Il confine preciso tra la presa in giro e la dinamica rituale intensa del teatro risiede appunto nella profondità, cioè nel corrispondente grado di verità, con cui si è assunto l'abisso indicibile della lacerazione così da trasfigurarlo in bellezza.
Chiedo, ho sempre chiesto, al teatro, senza però quasi mai sfiorarla, l'evidenza nascosta della lacerazione. Nella rappresentazione la potenza del rituale magico che gioca con le lacrime e le risa come col fuoco, trasportate negli occhi ferocemente lucidi di chi sa la contraddizione, e la sa senza pietà.

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