Appunti di Storia moderna

mercoledì 4 febbraio 2009

Dare un senso nuovo all'essere madri

Vorrei poter risignificare la maternità, a partire dal mio particolare vissuto. Riappropriarmene vivendola come tale: un'esperienza di vita.
Certo è difficile sbarazzarsi di quegli stereotipi sulla maternità che hanno dalla loro secoli di sopravvivenza. Oggi si respirano ancora, in modo meno conclamato ma comunque onnipervasivo, e complici ne sono- paradossalmente - le donne...vittime e carnefici dello stesso sistema che ha voluto vedere in loro la sola natura: che le ha idealizzate come madri naturalmente buone e altruiste.

Scrive Adrienne Rich:

"La maternità istituzionalizzata esige dalle donne l'istinto materno piuttosto che l'intelligenza, l'abnegazione piuttosto che l'attuazione di sé, il rapporto con gli altri piuttosto che la creazione di se stesse."

Scrollarsi di dosso il peso culturale e simbolico di queste idealizzazioni (o forzature ingiustificate) ormai penetrate nel senso comune, deve essere una sfida che le donne che intendono vivere un'esperienza di maternità reale, col ricchissimo corredo emotivo che reca con sé (quella grande "riserva di emozioni e sensazioni"* - come dice Lonzi) devono fare propria.

E' giunto il momento di non provare un senso di inadeguatezza di fronte a dei sentimenti ambigui verso la propria condizione o il proprio figlio o figlia, per accettarli in quanto momenti emotivi da esperire fino in fondo, dotati di una propria verità.
Di non vivere la maternità come qualcosa di castrante per la propria realizzazione esistenziale e lavorativa, per assumerla come uno - sia pure speciale- dei tanti aspetti di sé.
E' giunto il momento di dividere i compiti col papà.
Di essere se stesse: poliedriche, e moralmente presenti a se stesse.

La società non aiuta le madri in questo percorso...io direi che i contenuti che un femminismo attuale dovrebbe assumere, siano proprio questi: una rivendicazione in positivo della possibilità di continuare ad essere se stesse nella maternità (là dove sia voluta, ovviamente).

*Ma parlare della maternità in termini di sole "emozioni e sensazioni" è ancora una volta riduttivo: vuole ridurla al suo aspetto naturalistico. Invece c'è del culturale. Riconoscerla come una zona di esperienza "suscettibile" di moralità è il primo passo per riscattarla.

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