Appunti di Storia moderna

domenica 9 ottobre 2016

Luciano Bianciardi - Fatti vedere

Da La vita agra, Feltrinelli 2014, p. 196:

«E poi mi sono accorto che andando in centro trovi sì qualche conoscenza, ma ti accorgi subito che la tua conoscenza è un fatto puramente ottico. Non trovi le persone, ma soltanto la loro immagine, il loro spettro, trovi i baccelloni, gli ultracorpi, gli ectoplasmi. Nei primi mesi dal loro arrivo in città forse no, forse resistono e hanno ancora una consistenza fisica, ma basta un mezzo anno perché si vuotino dentro, perdano linfa e sangue, diventino gusci. Scivolano sul marciapiede rapidi e senza rumore, si fermano appena al saluto, con un sorriso scialbo (e anche all'esterno, se guardi bene, sono già un poco diversi, cioè impinguati e sbiancati). Dicono: "scusa ho premura, ho una commissione, scappo" e subito scappano davvero riscivolando taciti sul marciapiede. Al massimo arriveranno a dirti, stringendoti la mano perché tu gliela porgi, proprio per sentire se ci sono in carne e ossa o se invece è soltanto  un'immaginazione tua, o un fantasma, al massimo ti  dicono: "Fatti vedere".
Dentro le ditte è la stessa cosa: uno che magari al mattino ti ha teletafanato per il lavoro, lì pare sorpreso che tu arrivi proprio col lavoro che ti aveva chiesto al mattino. [...]
Non vedi l'ora di essere per strada, dove almeno le gente che passa non la conosci affatto, a parte quei gusci che dicono: "Fatti vedere". Ma che cosa volete vedere, che cosa volete, voi ectoplasmi? A voi, da vedere, al massimo darò la mia fotografia, me ne faccio fare parecchie copie e ve la distribuisco, così guarderete quella. Ai più autorevoli toccherà stampata su un ovale di porcellana, da appendere al muro sotto un lumino e il vasetto dei crisantemi.»

2 commenti:

  1. Mi ci trovo parecchio... Sia nella parte del narratore che dell'ectoplasma. Cosa ci impedisce di essere partecipi della presenza altrui? Paura del prossimo? Di mostrarci come dei perditempo, dei lavoratori inefficienti? Ho notato che spesso vengono evitati anche gli sguardi. A me piace guardare il viso degli sconosciuti che incrocio, cercando forse che ricambino lo sguardo confermando cosi` la mia esistenza. Oppure immaginando cosa stanno pensando... Spessissimo noto che lo sguardo viene evitato, oppure vedo assumere un'espressione ed un atteggiamento "da duro": una specie di armatura immaginaria. Quando sono in vena, il mio gesto di ribellione e` di sorridere alle persone che ricambiano lo sguardo... Ho l'impressione che sia la cosa piu` contraria allo status-quo che possa fare in quel frangente.

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    1. Quello che dici sul sorridere, l'ho pensato in termini di gentilezza. Penso che la gentilezza sia una delle cose più intelligenti e più sottovalutate.

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